mercoledì 29 dicembre 2010

ELOGIO ALL' ISTRUZIONE

Vorrei parlare in questo post di una realtà di nicchia che pochi conoscono: il Conservatorio.
In questi giorni si sente parlare di Università con tutti gli annessi e connessi. Esistono poi le Accademie che semplicemente sono Università specialistiche... tra le quali spiccano i Conservatori.

Ma cosa sarebbero mai queste accademie?

Sono antiche scuole dove si creano anche i massimi esperti di musica.
I più grandi compositori della storia (Mozart, Bach, Beethoven, etc.) son passati per un Conservatorio.
Certo il talento loro li ha fatti rimanere nella storia!!
Ci si specializza obbligatoriamente in uno strumento e ci si fregia dell'aggettivo "Maestro" di quello strumento.
Si studiano tante materie tipo solfeggio, storia della musica, strumenti complementari, armonia, musica da camera, coro, orchestra, quartetto. Con frequenza minima, a seconda della materia, biennale.
Il corso completo dello strumento dura da un minimo di 7 anni per gli strumenti a fiato a un massimo di 10 anni per quelli ad arco, pianoforte, composizione.
Penso, con cognizione di fatto, sia l'unica accademia dove meriti quello che hai.
Non puoi barare.
Lo strumento o lo sai suonare o ti frega.

Bene, sappiate che queste accademie sono in via di chiusura. 

Sempre meno genitori decidono di investire per far studiare il figlio 10 anni per una professione ed una competenza che alla fine degli studi ti darà una possibilità su venti di fare il professionista.
E posso capirli, con tutto il cuore...
A tutt'oggi, i musicisti della mia età faticano a lavorare e la cassa integrazione esiste ormai anche nei più prestigiosi teatri italiani.
Pensare che i musicisti italiani, tanto per cambiare, sono i più apprezzati al mondo.
Poi è vero che queste scuole non creano il talento e diversi musicisti son grandi anche senza aver fatto scuole sopraffini: diciamo che il talento è completato da queste scuole. Chi ne ha da vendere può comunque far senza. Il talento eclatante è comunque raro, come rari sono i veri musicisti divenuti tali attraverso altre strade. 

Sta di fatto che la vera conoscenza e competenza rimarrà sempre a meno eletti e sempre più ci si accontenterà di suonacchiare qualche strumento elettrico/elettronico con corsi alle edicole o alle scuole di musica comunali.
Nulla da eccepire solo che è come dire che un gemetra possa progettare il ponte sullo stretto di Messina...

Brani tipo quello che ho postato saran sempre più una rarità ascoltati dal vivo..
Che possan piacere o no meritan comunque di essere ascoltati per chi lo desidera.. ed è un peccato che sempre meno persone saranno in grado di eseguirli fra venti, trent'anni.. almeno in Europa.


Taht's folk!                                                                                                     Paolo Sterzi

Nessun commento:

Posta un commento

debito pubblico: