mercoledì 23 febbraio 2011

Qualcuno vuole l'elasticità lavorativa!


In queste zone ci sono aziende che proclamano 
come loro "mission" 
il lavoro di squadra e la grande famiglia lavorativa..

però ha le telecamere nei luoghi di lavoro,
non permette il part-time temporaneo alle neo mamme
(o neo papà) oltre al dovuto da legge 
 e non permette un minimo di flessibilità degli orari di lavoro
in relazione alle 40 ore settimanali.
(non per necessità lavorative, ma per tenere uniformato tutto, in ordine).

Io capisco 
che non sempre l'attenzione della proprietà 
può essere rivolta a questi problemi dei dipendenti 
altrimenti non se ne salterebbe più fuori. 

Chiaramente!! 

Però se la tendenza fosse andar verso questa direzione
non ci guadagnerebbe solo il dipendente
(specie negli uffici o settori commerciali). 

Un'impiegata
che ha la posibilità di gestire nel quotidiano tutti i vari impegni
(figli, casa, etc..) 

rende di più, lavora più volentieri. 

avrebbe l'opportunità di gestirsi meglio la settimana lavorativa
senza togliere ore al lavoro.


Sarebbe, in sostanza, una mamma-moglie-lavoratrice più serena 
e lavorerebbe, probabilmente, meglio.

Identica situazione per gli uomini:
padri, lavoratori e mariti 
più contenti. 
La saggia classe "decisionale" di queste aziende preferisce essere 
"aimè" 
rigida nei fatti 
e "buoni fratelli" nelle parole.


Pensiamoci bene:
non è solo un favore al dipendente:

è anche cercare di semplificare la vita
dove sia possibile...
in modo che si possa lavorare 
più sereni 
rendendo, forse, di più.

In sostanza significherebbe ragionare sulle 40 ore settimanali 
piuttosto che sulle 8 ore al giorno 
permettendo di conciliare
 qualche impegno privato (casa o figli per esempio).

Non sò se questa idea sia giusta o sia sbagliata
ma sono convinto che i miglioramenti sociali debbano iniziare anche da qui,
visto anche tutte le problematiche che ci sono in Italia 
(asili nido pochi e costosi o baby-sitter a go go, assegni famigliari ridicoli per citare le più conosciute).

In alcuni paesi europei questa nuova mentalità è la norma:
perchè qui non può esserlo altrettanto??
(considerata pure la bassissima natalità?) 

Se non ci sarà una vera cura e attenzione su questi aspetti
credo che il Paese
"ne perderà una bella fetta"..

Perchè i veri consumi

nel lungo periodo li fà

UNA FAMIGLIA IN CRESCITA!

E NON

UNA COPPIA OBBLIGATA A FARE I CONTI 
PER AVERE UN FIGLIO. 

Sembrerebbe un vantaggio per tutte le parti in gioco

ma per ora
sembra impossibile
provarci..

Semplificare la vita sembra il tabù del Popolo italiano
  
Anche questo è l'Italia...


That's folks!                                              Paolo Sterzi 

2 commenti:

  1. La maggior parte dei datori di lavoro non è interessato ai problemi dei dipendenti Paolo...ai datori di lavoro,interessano i profitti e il massimo controllo.Lo sviluppo e il benessere avrebbe dovuto portare ad una riduzione delle ore lavorative per dare la possibilità alle persone di vivere la famiglia...ma il risultato è piu profitti per i datori di lavoro e meno tempo per i dipendenti.Non solo non si è arrivati alle 7 ore giornaliere ma addirittura è stata nuovamente inalzata l'eta per andare in pensione.Stendiamo un pietoso velo !

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  2. Sarebbe da cambiare la concezione delle cose: i problemi di lavoro del dipendente sono anche quelli della proprietà, in quanto un lavoratore stressato perchè nn può entrare un'ora dopo per portare i figli a scuola, con tutta la logistica che che ne consegue, forse rende meno.. Questo nn significa lavorare "quando si vuole" ma lavorare in modo intelligente, visto che oramai se marito e moglie nn lavorano entrambi fanno proprio la fame..

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