domenica 26 giugno 2011

LA RELIGIONE


Oggi mi sono trovato dietro, in auto,  ad una processione religiosa in una piccola frazione vicino a dove abito.
Tutti in gruppo che camminavano piano, un centinaio di persone forse, con una piccola banda a fiati che suonava melodie tradizional-popolari religiose. In mezzo a questi un piccolo baldacchino portato a mano  che fungeva da ombrellone per il sole e sotto il prete con un crocefisso in mano. Al passaggio di questo gruppo di persone alcuni bambini buttavano petali di fiori a terra lasciando una striscia sull'asfalto vivacemente colorata di rosso, rosa e giallo testimoniando il passaggio della funzione religiosa. Il tutto sotto un sole cocente, una tragicomica melodia religiosa suonata da trombe e tromboni intemezzati da un brusio di persone che sembravano passeggiare parlando tra di loro e madri che tra una frase di preghiera e l'altra chiamavano o correvano dietro ai figli. 
Il gruppo di persone, ad un certo momento,  faceva inversione ad U trovandomelo di fronte, mentre parcheggiavo da una parte in 4 frecce in attesa di lasciar passare il gruppo. Notavo nelle espressioni di queste persone un certo disprezzo nei miei confronti, come se profanassi la loro "alta spiritualità" della funzione passando con l'auto proprio in quel momento.

Io ci sono rimasto sinceramente male.  

La religione che dovrebbe elevare spiritualmente gli uomini si è rivelata per quello che in realtà è, davanti ai miei occhi: i fiori per terra, la banda musicale, il giretto per le strade del piccolo borgo andando avanti e indietro come un pendolo altro non è che una messa in scena di uomini per gli uomini. 
Nulla di spirituale se non per pulirsi la coscenza, dichiarandosi timorosi di Dio mentre si partecipa alla funzione, pregando al ritmo di una banda di ottoni nelle pubbliche vie e facendosi vedere dagli altri che si è buoni credenti e che si appartiene alla comunità religiosa. 
Come un clan. 
E moltissimi non se ne rendono nemmeno conto, sono ingannati in buona fede.. 

Questo episodio racchiude tutta l'ipocrisia della religione troppo idolatrata e poco spirituale, così nel paesino come nei palazzi Vaticani. 
Partecipare alle funzioni religiose significa, per molte persone, essere bravi credenti e timorosi di Dio, pulendosi la coscienza e comportandosi "bene" secondo i precetti umani che indica la casta sacerdotale. Partecipare a questi riti sembra essere più che sufficiente per essere Cristiani doc e se non si segue il clan in modo reverenziale non si può essere perfetti davanti agli occhi di Dio... mentre Dio in realtà chiede a tutti noi più sostanza e meno parole perchè a Lui non interessa che buttiamo petali per terra per onorarlo se poi non comprendiamo noi stessi e non cresciamo spiritualmente. 
Dobbiamo lucidare "l'interno della coppa", non l'esterno.
  
"La verità vi renderà liberi" diceva qualcuno: ed è proprio così.

That's folks!                                                                  Paolo Sterzi


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